Simone Fattal
Simone Fattal, Wounded Warrior, 1999. Exhibition view at Sala Trenker, Ortisei, Biennale Gherdëina ∞. Courtesy of the artist. Ph. Tiberio Sorvillo
La pratica dell’artista Simone Fattal, che abbraccia pittura, scultura, collage, libri ed editoria, e influenzata tanto dalla scultura classica, dalla mitologia e dalle forme arcaiche, quanto dagli eventi storici e contemporanei. Dopo essere fuggita alla guerra civile libanese, negli anni 1980 Fattal si stabilisce in California, dove crea una casa editrice, la Post-Apollo Press, per sostenere la poesia e la scrittura indipendenti, tra cui le opere di Etel Adnan. E solo quando si iscrive all’Art Institute di San Francisco che comincia a lavorare con la ceramica, un materiale che l’accompagnerà per gran parte della sua pratica artistica. Le sue figure in pietra e argilla si ispirano talvolta a visite a siti archeologici vissute nel corso dell’infanzia, eppure sono permeate da un senso acuto di ciò che significa esistere tra le ingarbugliate e complesse realtà politiche di oggi. Tracce di manipolazioni ripetute – il tocco dell’artista, delle dita e della pressione applicata – persistono nelle opere in argilla, che spesso vacillano tra astrazione e figurazione antropomorfica.
Nelle parole di Etel Adnan, ≪quando Simone Fattal si trovo di fronte il primo pezzo di argilla, non ebbe esitazioni. Le sue dita, ovvero le forze più profonde della sua mente, cavarono da quella massa fangosa una persona in posizione eretta. Fu un atto di creazione. Ritrovo subito il suo mondo. Con un colpo solo, ricreo il primo uomo dei tempi prestorici, in posizione eretta. Creo non un oggetto ma uno slancio, un movimento, un movimento essenziale, quello che separa la specie umana dal mondo degli animali, al quale e, allo stesso tempo, legata≫.
Per Biennale Gherdëina, presentiamo una di queste figure in posizione eretta, tratta dalla serie Wounded Warrior (Guerriero ferito). L’abbiamo scelta per il modo in cui, in essa, l’artista sembra fare la domanda: qual e il minor numero di gesti possibile per rendere animato un pezzo di argilla, permettendogli di acquistare personalità e presenza? Secondo l’artista, ≪Con l’argilla, un’opera e sempre animata≫. Nell’ambito di Persones Persons, la scultura di Fattal ha lo scopo di porre profondi interrogativi sull’impulso vitalistico dell’arte stessa e sul potenziale rituale di animazione inerente nell’incontro tra tocco dell’artista, materiale e storia, che lascerà una traccia spettrale e vibrante in ogni incontro successivo con l’opera. Al caos della guerra, i lavori di Fattal propongono una politica della vita e dell’anima. Come afferma l’artista stessa, ≪La vita e più forte della guerra e l’amore e più forte della morte≫.
Simone Fattal
Simone Fattal, Wounded Warrior, 1999. Exhibition view at Sala Trenker, Ortisei, Biennale Gherdëina ∞. Courtesy of the artist. Ph. Tiberio Sorvillo
La pratica dell’artista Simone Fattal, che abbraccia pittura, scultura, collage, libri ed editoria, e influenzata tanto dalla scultura classica, dalla mitologia e dalle forme arcaiche, quanto dagli eventi storici e contemporanei. Dopo essere fuggita alla guerra civile libanese, negli anni 1980 Fattal si stabilisce in California, dove crea una casa editrice, la Post-Apollo Press, per sostenere la poesia e la scrittura indipendenti, tra cui le opere di Etel Adnan. E solo quando si iscrive all’Art Institute di San Francisco che comincia a lavorare con la ceramica, un materiale che l’accompagnerà per gran parte della sua pratica artistica. Le sue figure in pietra e argilla si ispirano talvolta a visite a siti archeologici vissute nel corso dell’infanzia, eppure sono permeate da un senso acuto di ciò che significa esistere tra le ingarbugliate e complesse realtà politiche di oggi. Tracce di manipolazioni ripetute – il tocco dell’artista, delle dita e della pressione applicata – persistono nelle opere in argilla, che spesso vacillano tra astrazione e figurazione antropomorfica.
Nelle parole di Etel Adnan, ≪quando Simone Fattal si trovo di fronte il primo pezzo di argilla, non ebbe esitazioni. Le sue dita, ovvero le forze più profonde della sua mente, cavarono da quella massa fangosa una persona in posizione eretta. Fu un atto di creazione. Ritrovo subito il suo mondo. Con un colpo solo, ricreo il primo uomo dei tempi prestorici, in posizione eretta. Creo non un oggetto ma uno slancio, un movimento, un movimento essenziale, quello che separa la specie umana dal mondo degli animali, al quale e, allo stesso tempo, legata≫.
Per Biennale Gherdëina, presentiamo una di queste figure in posizione eretta, tratta dalla serie Wounded Warrior (Guerriero ferito). L’abbiamo scelta per il modo in cui, in essa, l’artista sembra fare la domanda: qual e il minor numero di gesti possibile per rendere animato un pezzo di argilla, permettendogli di acquistare personalità e presenza? Secondo l’artista, ≪Con l’argilla, un’opera e sempre animata≫. Nell’ambito di Persones Persons, la scultura di Fattal ha lo scopo di porre profondi interrogativi sull’impulso vitalistico dell’arte stessa e sul potenziale rituale di animazione inerente nell’incontro tra tocco dell’artista, materiale e storia, che lascerà una traccia spettrale e vibrante in ogni incontro successivo con l’opera. Al caos della guerra, i lavori di Fattal propongono una politica della vita e dell’anima. Come afferma l’artista stessa, ≪La vita e più forte della guerra e l’amore e più forte della morte≫.